Tutte le facce di un sentiero

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È una domenica quasi di primavera, il cielo è terso, blu, il sole splende e nei prati cominciano a far capolino bucaneve e anemoni. Elena e Claudio partono da Fiammoi a piedi, insieme alle nipoti. Fino a villa Montalban c’è da stare attenti – bambine, sul marciapiede! – ma dalla villa in poi liberi tutti, il nuovo sentiero attraversa la ferrovia e poi si srotola tra prati e bosco, parallelo alla statale. Appena prima della villa secentesca, si levano le urla di incitazione dei giocatori di rugby. Marta e Giulia si fermano a guardare incantate i lanci e i placcaggi, appese alla rete verde a rombi. Oggi villa Montalban è un edificio quasi brutto, pesantemente rimaneggiato. Fino alla Prima guerra mondiale era una delle ville più sfarzose della Valbelluna: “Qui c’era un parco enorme, con le statue e i giochi d’acqua”, racconta il signor Luigi, che nonostante l’aria frizzantina è in maglietta della salute e sta andando a dare una sistemata all’orto. Tra un po’ il prato di fronte alla villa si riempirà di denti di leone. Nelle notti di luna piena, alle finestre centrali si può scorgere la sagoma della dama della villa: i ragazzini di qui continuano a sfidarsi con storie di fantasmi vecchie di secoli, probabilmente. Questo è diventato il sentiero preferito di Marta e Giulia: ci sono i pony e le capre, i pavoni e le papere. Verso la tarda mattinata il tratto tra Safforze e Ponte nelle Alpi si riempie di famiglie a passeggio, runner, gruppi di amiche che chiacchierano fitto occupando tutta la larghezza del sentiero, ciclisti. “Da quando c’è questa stradina è come se avessimo scoperto Ponte nelle Alpi”: Stefania è qui per una camminata al sole con il suo ragazzo. Ha la pancia bella pronunciata, le mancano solo due mesi e non può fare grossi sforzi. Mentre racconta di quando da piccola giocava con le amiche di scuola nel prato di fronte alla villa, saluta un amico in bicicletta, che urla un ciao sorpreso senza fermarsi: “Starà tornando dall’Alpago, ieri parlava di andare fino a Santa Croce facendo il giro lungo la Piave, quello dei pastori”. Il sentiero che ha ricollegato Safforze a Ponte nelle Alpi è una variante del Cammino delle Dolomiti e si allunga in realtà da Sargnano a Pian di Vedoia. A Nuova Erto sbuca tra le case, prosegue alto intrufolandosi nella vecchia Polpet, poi si allarga e riprende la via dei campi. In certi orari, nei giorni feriali, può capitare di non incontrare anima viva e avere tutta per sé una pista da corsa spettacolare. Nei giorni di sole e di festa, invece, il percorso è bello affollato. A poche centinaia di metri c’è Ponte nelle Alpi – con la strada trafficata, le industrie, i lavori in corso – e sembra di stare in aperta campagna. Giulia e Marta sono stanche. All’altezza di Polpet i nonni deviano verso la gelateria di Ponte: per questa prima domenica di sole si accontentano del primo tratto del sentiero. “Per l’estate però dobbiamo riuscire ad arrivare fino alla fine, vero?”. Con un gelato in mano, tutto è possibile: Giulia e Marta annuiscono distratte, sono impegnate a raccontarsi chissà quali storie, mentre trotterellanno verso la tappa pavoni vicino a Nuova Erto.