Nuove strade per pacifici assalti

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Lui è là, in alto come tutti i suoi simili. E lassù, con i suoi mattoni a erigerlo sentinella della valle, è da circa 1970 anni. Da quando, nel 46 dopo Cristo, fu costruito lungo il corso del torrente Terche, in cima a un colle, per non perdersi un solo viandante, milite o cavallo in transito sulla via Claudia Au-gusta Altinate. È il castello di Zumelle, in assoluto il castello meglio conservato di tutta la Valbelluna. Merli in ordine, mura solide, torre robusta e ben piantata. Pure il tetto è in regola. Nate con i Roma-ni, in quasi due mila anni di storia quelle mura ne hanno visto e passate parecchie. I barbari lo han-no conosciuto, gli anni lo hanno rovinato, i Goti lo hanno aggiustato e l’intero Medioevo lo ha pre-servato. Sempre lassù, tra proprietari e visitatori, il castello non si è fatto mancare nulla, nemmeno la leggenda di rito. Genserico, la bella Eudosia, la nascita dei due gemelli. Zumelle. Fino ad oggi, divenuto proprietà del Comune di Mel e aperto al pubblico in tutto il suo splendore e ordine. Centro culturale con aree espositive per mostre, sale riunioni e aree dedicate alle scola-resche per laboratori e attività didattiche varie, il castello è indubbiamente un bene prezioso dell’intera vallata. A un castello però, lassù, bisogna poter arrivare. E non solo attraverso il ponte le-vatoio, piuttosto che fossati o boschi circostanti. Per arrivare ci vuole una strada, sia essa per ca-valli, per piedi o per ruote. Così, qualche anno fa, la vecchia gestione del castello di Zumelle ha de-ciso di metter mano alle vie che a lui conducono, cercando il più possibile di riportarle alla loro origi-naria natura, struttura e importanza. Sono stati così sistemati il primo tratto di strada di accesso al castello e il tratto in prossimità del castello stesso. Quindi, parallelamente, ecco sistemato pure l’intero percorso pedonale perimetrale. E il castello, in tutto il suo riconosciuto e rinomato splendore, è tornato ad essere facile terra d’approdo. Non più di barbari, ma di turisti.