Buonissimi investimenti in bianco

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Se sei un bambino e vivi in provincia facile che il latte, per te, sia il Lattebusche. Quasi quel “busche” facesse parte del nome stesso del contenuto della tazza di ogni santa colazione. Solo negli anni, o la prima volta che passerai di lì in auto in direzione Feltre, scoprirai che Busche è un paese e che dunque qualcosa non torna. Lattebusche, già Latteria Sociale Cooperativa della Vallata Feltrino è da decenni una solidissima realtà locale. Che in questi decenni, puntuale, ha piazzato nel frigo e nella tavola dei bellunesi latte, yogurt, formaggio, gelato e tutto ciò che ha a che fare con il bianco sapore. Nata nel 1954 per volontà e forza dei 36 soci fondatori, a oltre sessant’anni di età è diventa-ta una protagonista del suo settore in tutto il Paese riuscendo a ritagliarsi un ottimo spazio pure all’estero.
Ci sono i suoi oltre 200 dipendenti, sparpagliati nei quattro stabilimenti produttivi e nei spacci aziendali, e ci sono i suoi 400 soci, che ogni anno mungono e consegnano il proprio latte allo stabilimento. I numeri? Più di un milione di ettolitri all’anno, di cui quasi il 50% (450.000 circa) consegnati alla sede centrale proprio lì, a Busche. Dividete questa bianca cascata per i giorni lavorativi et voilà i 3 mila litri di quotidiana lavorazione che ogni giorno danno vita ai cartoni azzurri e viola, alle mozzarelle, agli yogurt, al gelato e alla vasta varietà di formaggi distribuita in tutta Italia. Dal Montasio all’imperdibile Piave. E se c’è qualcosa che nell’ultimo decennio ha sempre più stuzzicato il palato dei bellunesi, e delle buone forchette in genere, queste sono le mozzarelle e il gelato Lattebusche.
Tanto che l’azienda, dovendo far fronte a un produzione di oltre 400 tonnellate di mozzarelle e oltre 30 di gelato, con un incremento tra il 36% e il 50% rispetto alle annate precedenti, ha deciso di irrobustire braccia e muscoli mettendo mano ai propri impianti. Interventi che hanno permesso a Lattebusche di potenziare l’impianto di produzione della mozzarella e rifare completa-mente l’intero reparto gelato confezionato. Il tutto operando in direzione dell’aggiornamento tecnologico riuscire ad abbassare i costi di produzione garantendo però allo stesso tempo la stessa identica, se non migliore, qualità al cliente. Perché quel gusto, in 60 anni, i bellunesi lo hanno imparato bene.