Venezia ai piedi delle Dolomiti: le ville della Val Belluna

Villa-Sandi-Zasso
Non c’è dubbio, l’impronta inconfondibile di Venezia è stampata su quelle facciate: l’infallibilità di gusto, lo chic, la grazia, la superiore eleganza, la “maniera”, anche. Pure se i modi architettonici sono sviati o alterati, c’è l’identico ritmo, la medesima aspirazione di serenità e di letizia, il segno di un’uguale concezione di vita. Ma dietro non c’è il libero cielo della pianura… né vi si aprono dinanzi placide distese di prati e giardini, né all’orizzonte si perdono geometriche orizzontali prospettive dei carpini o bossi, schierati come guardie d’onore il giorno dell’incoronazione. Dietro il cielo non è sgombro e disponibile al lento andirivieni delle nubi. Ma incombono le montagne taciturne. Il bianco sorriso delle ville è incorniciato e sovrastato da ermetici e solenni profili, da scenografie di rupi e valloni. L’ultima onda della Serenissima si rompe e muore ai piedi delle misteriose cattedrali del nord. Dino Buzzati, prefazione a “Ville e case domenicali della Val Belluna” di Adriano Alpago Novello Venezia che arriva ai piedi delle Dolomiti. L’immagine buzzatiana non è solo estetica, ma sostanziale: molte delle ville bellunesi furono edificate ispirandosi alle forme architettoniche delle residenze di nobili e ricchi mercanti veneziani, che spesso investivano parte dei loro fruttuosi commerci in possedimenti e splendide abitazioni in terraferma. Le ville furono strumento di colonizzazione e riorganizzazione della campagna bellunese: razionalizzarono le funzioni agricole del territorio, introdussero innovazioni agrarie oltre che architettoniche e urbanistiche, migliorarono la viabilità, portarono elementi di arte civile (a volte davvero notevoli) anche fuori dai centri urbani. Le ville del Bellunese sono una ricchezza del territorio. Anche oggi. La loro manutenzione, però, è complessa e costosa – generalmente si realizza grazie a partnership tra pubblico e privato. La conservazione delle tante ville sparse in Val Belluna irrobustisce il prodotto turistico locale: una villa può diventare bed&breakfast, spazio per mostre ed eventi, museo, agriturismo, giardino visitabile, tappa di rilevanza artistico architettonica che arricchisce percorsi altrimenti solo naturalistici…