Formazione di campagna

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Nei prati sopra Sant’Antonio Tortal, a Trichiana, il maggiociondolo è in fiore e nell’aria si spande il primo profumo di fieno. A chiedere indicazioni per raggiungere Retica, nel bar del paese ti rispondono, “sarà mica quella struttura dove fanno le conferenze?”, e poi ti guidano fino a Confos: tanto verde, l’abbaiare insistente dei cani, quattro case e una stradina stretta in discesa. Sulla sinistra, una struttura che a prima vista sembra una scuola elementare di quelle del periodo fascista, in pietra chiara, e che invece – c’è un cartello preciso a definirla – è un “progetto integrato di fattoria didattica e sociale polifunzionale con relativa attività di accoglienza”. Benvenuti a Retica. Se siete qui probabilmente lavorate in una qualche azienda della bassa, oppure siete texani o israeliani o inglesi e amate la quiete e utilizzate internet. Retica a Confos esiste dal 2011. E’ la sede di campagna di una società di Padova che “opera nel complesso sistema delle risorse umane in contesti aziendali”. A Confos Retica è fattoria didattica, fattoria sociale e B&B. È costituita da una struttura principale e due costruzioni piccoline, sviluppate in altezza: una era il vecchio casel per il formaggio, oggi sono due casette per l’accoglienza turistica. Il sapone è fatto in casa, come la pasta e la lisciva per le lenzuola. Di fianco alla casa c’è un ettaro e mezzo di orto coltivato. “Il 90% dei clienti vengono qui dalla pianura: fanno weekend aziendali di formazione – racconta Michele Dassié, uno dei soci di Retica – e spesso integrano le loro attività con corsi organizzati da noi, dal cooking team building in cucina al passaggio generazionale”. Al piano terra c’è una grande sala quadrata per le conferenze – sul tavolo c’è ancora un piatto con quel che resta della crostata dall’incontro della mattina. Il pavimento è fatto con le vecchie travi del tetto: qui era uno sfasciume, prima della ristrutturazione. “Abbiamo mappato la Valbelluna, dopo aver escluso il Trevisano perché troppo caro e impestato dagli antiparassitari dei vigneti. E abbiamo trovato Confos. Nella sfortuna del poco turismo, il Bellunese ha la fortuna di avere ancora una gran quantità di posti come questo, integri”. Non ci sono solo le aziende: qui arrivano turisti da tutto il mondo, che si incuriosiscono su internet e si ritrovano un po’ a sorpresa in aperta campagna, lontani da tutto. “Tra qualche giorno arriva una coppia di texani, poi dei belgi. Abbiamo quasi solo stranieri, soprattutto inglesi e americani”. Gente a cui piace il silenzio, senz’altro. Qui si sente solo il ronzio delle api, il vociare sommesso di una coppia che rastrella l’erba nel prato sotto la strada e lo strepitio dei polli: Michele Dassié interrompe quello che sta dicendo per guardare fuori dalla finestra, “controllo solo che non sia la volpe”.