Benvenuti nel selvarego

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Alzi la mano chi – diciamo sopra i 25 anni – non è mai stato a fare il bagno al Mis. Quando faceva molto molto caldo, a Belluno, non c’era niente di meglio che rifugiarsi in Val del Mis – un luogo deserto, arcano – per tuffarsi uno dopo l’altro nei cadini, delle pozze naturali dove tuttora scorre cangiante l’acqua del torrente Brentòn. Oggi il bagno qui non si può più fare (pianti e malinconia), ma la Val del Mis rimane il posto migliore per le estati più faticose. La Val del Mis è uno dei punti d’accesso turistici del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Non sono molte le aree del Parco in bassa quota, a parte il Mis c’è la Val Cordevole: perciò fin dall’inizio questa è stata individuata come area votata all’accoglienza. Da qualche anno la zona di Pian Falcina, sulla destra orografica del lago del Mis, è diventata area camper e pic-nic, oltre che punto di ristoro e informazioni del Parco. Prima di essere acquistata dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, quest’area era di proprietà dell’ENEL: il lago non è naturale, venne creato alla fine degli anni Cinquanta quando un po’ in tutto il Bellunese sorsero dighe e invasi artificiali per sfruttare una delle maggiori ricchezze del territorio dolomitico, l’acqua. Prima del lago – che oggi giustamente affascina i turisti – la Val del Mis non era un luogo spettacolare, selvaggio e disabitato com’è oggi. Spettacolare e selvaggio, a dire il vero sì: però c’era chi abitava i paesi a castello di Gena Bassa, Gena Media, Gena Alta. Gena Bassa, insieme ad altri paesi di fondovalle, alla vecchia strada e a gran parte degli spazi coltivabili, è stata inghiottita dall’acqua. L’alluvione del 1966 e la trasformazione economica della Provincia hanno fatto il resto: oggi il bar alla Soffia – insieme al punto di ristoro del Parco – è l’ultimo avamposto prima del bosco e del silenzio screziato solo dei rumori della natura. La Val del Mis è un luogo prezioso e misterioso – non a caso ne scrissero abbacinati sia Dino Buzzati che Luigi Meneghello, e si continua a scriverne. È il posto perfetto per accogliere chi intende visitare le Dolomiti Bellunesi: “Queste Dolomiti – sembra sussurrare l’acqua – non sono quelle da cartolina dei giornali nazionali, delle Olimpiadi di Sofia Loren e Ernest Hemingway: sono le Dolomiti selvareghe, quelle della natura potente e intoccata, delle avventure in solitudine e della fatica da coltivare come una conquista personale”.